GIORNATA INTERNAZIONALE DI COMMEMORAZIONE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL’OLOCAUSTO

Il 27 Gennaio 2024 ricorre la Giornata Internazionale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto.

La giornata è stata designata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella seduta dell’1 Novembre 2005, stabilendo di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio, perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Con questa giornata ricordiamo tra le tante vittime dell’olocausto, anche tutte le persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo, con disabilità fisiche, psichiche, con malattie genetiche, che sono state perseguitate dal programma nazista “Aktion T4”, programma che prevedeva la soppressione di persone con disabilità, poiché le loro vite erano considerate come “vite indegne di essere vissute”.  Si stima che l’attuazione del programma T4 abbia portato all’uccisione di circa 70.000 cittadini solo in Germania. Alla base, teorie eugenetiche e di difesa della razza che guidarono un piano di follia volta a eliminare le “imperfezioni e depurare la razza”. Per quanto riguarda la sola terza fase dell’Aktion T4, i medici incaricati di portare avanti l’operazione decisero di uccidere il 20% dei pazienti presenti negli istituti di cura, per un totale di circa 70.000 vittime. A ogni modo, l’uccisione di tali individui proseguì anche oltre la fine ufficiale dell’operazione, ovvero il 1º settembre 1941, portando il totale delle vittime a una cifra che si stima intorno ai 275.000 e non di meno di 200.000 secondo altre fonti.

Alla luce dell’atroce genocidio perpetrato e delle tante vittime innocenti dello sterminio nazista, commemorare la Giornata della Memoria ha un duplice compito: quello di ricordare, per far sì che nessuno dimentichi l’orrore dell’Olocausto, e quello di tramandare, di raccontare la Shoah alle future generazioni e assicurarsi che non accada mai più niente del genere. Ricordare quanto è successo ci consente di lavorare in un’ottica inclusiva e di accoglienza.

“La memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza”
Liliana Segre

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