Vi comunichiamo alcune decisioni stabilite dal Governo che hanno determinato importanti novità per le persone con disabilità e i loro familiari.
Relativamente alle vaccinazioni anticovid-19, il Governo anche in seguito alle numerose sollecitazioni giunte dal mondo dell’associazionismo, tra cui la stessa ANFFAS, ha rielaborato il piano vaccinale in ordine alle priorità di accesso. In particolare, ha inserito nella categoria 1 “Elevata fragilità” tutte le persone con handicap grave e i loro caregiver. Quindi, con determinazione dell’11 Marzo 2021, saranno vaccinate subito, in parallelo alle persone over 80, “le persone con disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica) definite disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art.3 comma 3 e i familiari conviventi e caregiver, che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto”.
Per quanto riguarda i minori che rientrano nella definizione di “estremamente vulnerabili” – cioè con una delle patologie elencate nella tabella 1, cha va ad individuare le patologie associate a un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19 – e che non possono essere vaccinati, perché al momento non esistono vaccini indicati sotto i 16 anni d’età, possono vaccinarsi con priorità i relativi genitori/tutori/affidatari.
Sulla base di tali disposizioni, le Regioni ora sono chiamate a organizzarsi, sia rispetto ai centri vaccinali sia rispetto alle modalità di prenotazione “che devono essere il più semplici possibili per i singoli”.
Un’altra novità riguarda le disposizioni poste dal DPCM 2 Marzo 2021 in merito all’accesso in ospedale per gli accompagnatori di persone con disabilità. Il decreto infatti all’art. 11, comma 5, prevede la possibilità, per gli accompagnatori delle persone con disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica) definite disabili gravi, ai sensi della legge 104/1992 art.3 comma 3, di entrare in ospedale con i loro cari, permanendo nelle sale di attesa dei pronto soccorso o anche di prestare assistenza nei reparti di degenza, ovviamente sempre nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura.
Anche questa disposizione è stata fortemente voluta e sollecitata dalle associazioni familiari, al fine di prestare il necessario sostegno ed assistenza ai propri cari, in un momento particolarmente critico quale quello dell’accesso alle cure sanitarie.